Nella attuale società globalizzata, la competitività di ogni organizzazione e dell’intero Paese dipende fortemente dalla capacità di conoscere ed utilizzare una serie di tecnologie, fra le quali hanno particolare importanza quelle dell’Informazione. Si sta infatti realizzando uno scenario dove sarà data sempre maggiore enfasi alla facilità di uso degli apparati ed alla disponibilità di servizi efficienti a supporto delle interazioni umane, con funzionalità intuitive incorporate nei più disparati dispositivi, capaci di riconoscere i nostri comportamenti e di rispondere in maniera intelligente (ambient intelligence).
Componenti e semilavorati (middleware) informatici entrano prepotentemente negli oggetti più comuni: nei telefonini, ma anche nelle auto e negli elettrodomestici. Presto li troveremo anche nelle etichette dei vestiti (weareable computing) per controllarne prima la fabbricazione, poi la distribuzione e la vendita ed infine guidarne il processo di lavaggio. È il fenomeno del disappearing computer per denotare i componenti informatici ormai incorportati (embedded) in tutti i prodotti anche se la loro presenza non viene notata come quella di un tradizionale computer da tavolo con tastiera e schermo.
Di fronte a questa situazione diviene sempre più difficile individuare i settori su cui indirizzare prioritariamente gli sforzi della ricerca ed i sostegni all’innovazione.
Un lodevole sforzo di chiarimento è stato compiuto dalla Fondazione Rosselli, nel secondo rapporto sulle priorità nazionali della ricerca industriale, derivato da uno studio di Technology Foresight, svolto per identificare le tecnologie emergenti critiche e valutarne i possibili impatti sull’industria e sulla società italiana. Le tecnologie sono state valutate in base alle loro caratteristiche di trasversalità e pervasività, allo stato attuale del loro sviluppo e alla loro possibilità di raggiungere lo stato di sviluppo industriale entro i prossimi dieci anni.
Per quanto riguarda le Tecnologie dell’Informazione,sono stati identificate sette famiglie tecnologiche che vengono ritenute prioritarie per lo sviluppo del settore nei prossimi anni:
– le tecnologie per lo sviluppo di sistemi incorporati (embedded), ai quali verranno devolute sempre maggiori funzioni di controllo e decisione, spesso con caratteristiche di estrema affidabilità e con stringenti vincoli temporali, ad esempio in apparecchi di misura, elettromedicali, per telecomunicazioni, etc. Si tratta dell’evoluzione dei controlli automatici tradizionali, cui vengono demandati compiti sempre più vicini al ragionamento umano.
– le tecnologie di “information management”, necessarie per scegliere l’informazione che ci interessa nella rete ed accedervi istantaneamente;
– le tecnologie software per la cooperazione e l’integrazione dinamica di servizi applicativi, necessarie per garantire l’interoperabilità tra applicazioni indipendentemente dalle piattaforme sulle quali operano;
– le tecnologie per le interazioni multicanale e multisensoriale, per garantire interazioni uomo-macchina indipendenti dai particolari dispositivi e, contemporaneamente, garantire diverse modalità di interazione;
– le tecnologie per lo sviluppo, la messa in opera e la gestione di sistemi software, necessarie per affrontare la sempre maggiore complessità dei sistemi;
– le tecnologie per la rappresentazione, acquisizione e gestione della conoscenza, per far fronte alle necessità di integrare sorgenti informative diverse (testi, immagini, suoni, etc..);
– le tecnologie per la bioinformatica in rapido sviluppo non solo come applicazione delle tecniche informatiche in biologia (si pensi al software necessario per l’analisi del genoma) ma anche per l’impiego di processi biologici in sistemi di elaborazione di nuova concezione.
Il collante che lega tra di loro le sette famiglie tecnologiche è sicuramente il software, inteso non solo come tecnologia di base ma anche e soprattutto come fattore principale di sviluppo e innovazione. È il software, nelle sua varie componenti, che caratterizza la disponibilità di servizi innovativi per le imprese, ed il miglioramento dei processi delle aziende e delle pubbliche amministrazioni. Ma è di nuovo il software che garantisce anche l’innovazione di prodotto. È la penetrazione delle tecnologie software nei più disparati comparti produttivi che può garantire al nostro Paese di mantenere una posizione di leadership (o comunque una presenza significativa) in alcuni di tali settori. Fra questi, ad esempio, l’industria meccanica (in particolare, quella della macchine utensili), l’industria automobilistica, i sistemi di infomobilità, l’industria degli elettrodomestici, le apparecchiature per la domotica, la nautica e l’automazione domestica. E’ dunque necessario dedicare maggiore attenzione a rafforzare un elemento che può rivelarsi decisivo per la competitività nazionale.
Paolo Ancilotti, Direttore della Scuola Superiore di Studi Universitari Sant’Anna di Pisa