L’emergenza climatica è uno scenario sempre più nitido. La temperatura della superficie terrestre aumenta, così come l’innalzamento del livello del mare e lo scioglimento dei ghiacci. I rischi associati a disastri ambientali e a eventi metereologici estremi si moltiplicano, con gravi conseguenze per le popolazioni più vulnerabili. Numerosi rapporti dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dimostrano che il rapido aumento delle temperature è causato dall’attività umana, che ha contribuito in modo significativo all’aumento di concentrazione di gas serra, metano e protossido d’azoto, con effetti sempre più tangibili sulla propria salute. È necessario un cambio di rotta a livello globale e le sfide poste dai Sustainable Development Goals sono un richiamo ad affrontare il problema in modo collettivo.
La salute è, non a caso, uno dei 17 SDGs dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, così come la fame e la povertà, l’istruzione, i diritti e la parità di genere, la riduzione degli squilibri di accesso alle risorse, l’ambiente. Il raggiungimento di questi obiettivi è una sfida politica ed economica globale e l’emergenza pandemica può segnare un punto di svolta per affrontare in modo decisivo il problema, evitando di tornare alla normalità se è vero che, come ormai da più parti sottolineato, quella normalità era il problema.
La ridefinizione di un nuovo modello di sviluppo è una partita che si gioca su più fronti e in cui naturalmente l’energia riveste un ruolo chiave. Il settore energetico infatti, benché rappresenti circa il 60% delle emissioni globali di gas serra, determina il raggiungimento di gran parte degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Di conseguenza è innanzi tutto in tale settore che si deve intervenire.
In linea con quanto indicato dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile, nell’ottica di transizione energetica un ruolo cruciale è affidato al percorso di decarbonizzazione che punta a una produzione a basso impatto, con un incremento delle fonti low-carbon e una riduzione delle emissioni dirette. Altrettanto importanti in questo percorso sono le iniziative di economia circolare, attraverso un nuovo modello che punti al riutilizzo dei materiali di scarto e riduca consumi e sprechi. Un’attenzione particolare va posta anche alla mobilità sostenibile, basata sull’uso di gas naturale nei trasporti, il car sharing e la mobilità elettrica. Insomma, gli strumenti per affrontare questa inversione di marcia non mancano, si tratta solo di cominciare a usarli.

Fonte: Eni.com https://www.eni.com/it-IT/low-carbon/occasione-cambiare.html