I cambiamenti in atto nel modo di vivere la quotidianità, incluso il rapporto con i spazi abitativi, riguardano in modo particolare le interazioni tra uomo e macchina. Specialmente osservando come i nostri corpi siano sempre più in grado di porsi in connessione con l’ambiente e, al tempo stesso, le macchine si evolvano nella facoltà di ragionare, adattarsi, acquistare intelligenza.

La domotica si propone da circa mezzo secolo di migliorare la qualità di vita ovunque l’uomo svolga interazioni complesse con gli elementi del proprio habitat. Per farlo si affida a discipline come ingegneria, scienza dei materiali, elettronica; e, più recentemente, a nuovi campi di studio e applicazione, come neuroscienze e cibernetica. Qui sta la vera rivoluzione.

La direzione è infatti quella di un’integrazione tra gli impulsi degli ambienti e quelli dell’uomo che li occupa. La casa deve poter leggere e interpretare le intenzioni umane – che possono arrivare non solamente da stimoli attivi, come l’atto di premere un interruttore, ma da un’infinità di altri segnali – innescando di conseguenza le proprie funzioni. Pensiamo ad esempio una maniglia intelligente in grado di rilevare temperatura e sudore – testimoni del livello di stress – della persona che la impugna. Oppure elettrodomestici che si accendano o si spengano automaticamente in relazione alla presenza di una persona in un dato ambiente. Una casa, insomma, che risponda come un essere vivente dotato della capacità di percepire e reagire, e nella quale la distinzione non sia più tra semplici stanze, ma tra funzioni. Affinché queste opportunità si sviluppino nella maniera più efficiente, ciò richiede naturalmente nuove capacità di elaborazione.

Da poche settimane Umania, giovane impresa creata da esperti di ergonomia e design, ha attivato presso l’Appartamento Lago a Milano in via Brera il progetto Cyberdomus, una serie di workshop progettuali per arrivare a rendere completamente domotico l’appartamento in cui avvengono i workshop stessi in partnership con Bticino. L’obiettivo è di mettere l’uomo – con le sue esigenze e la sua capacità di elaborare nuove idee – al centro del processo. All’interno di Cyberdomus Umania ha proposto numerose attività, tra cui il format Twenty4you, sponsorizzato da Philips Saeco, dove artisti, progettisti, tecnici, psicologi, studenti, designer e utenti si sono seduti attorno allo stesso tavolo al fine di creare soluzioni inedite. Cuore del workshop, dal titolo “Cyberdomestic Appliances”, è stata l’interazione tra le macchine e l’ambiente domestico, per capire – valutando la situazione ad oggi e i possibili trend futuri – se l’ideazione e lo sviluppo prodotti debbano utilizzare una piattaforma condivisa o piuttosto seguire strade differenti. Un’esperienza che potrà regalare sorprese e che contribuirà a concepire la casa del futuro, innovativa non solo nella tecnologia.

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