È stato presentato lo scorso 28 settembre a Sorrento, nell’ambito della Conferenza Internazionale di Alenia Aeronautica (una società Finmeccanica) “Dalle competenze alle strategie: come affrontare i mercati globali”, il libro L’industria aerospaziale, innovazione, tecnologia e strategia economica, VI volume della collana Innovazione & Competitività, promosso dalla Fondazione Cotec insieme a Alenia Aeronautica.
Edito dal Sole 24Ore e scritto da Paola Giuri (Università di Bologna-Rimini), Chiara Tomasi e Giovanni Dosi, economisti della Scuola Sant’Anna di Pisa, il libro delinea il panorama dell’industria aerospaziale europea confrontandola, alla luce delle variabili economiche e tecnologiche, con quella statunitense e anche con quella giapponese.
Le dinamiche industriali e tecnologiche del settore, dunque, i processi di generazione di competenze tecnologiche e le ricadute in altri campi industriali sono in sintesi le tematiche affrontate dalla ricerca di Cotec e Alenia Aeronautica.
Ma a che punto si trova quindi l’Europa in questo settore così strategico per la competitività? A guardare i dati forniti dal saggio si evince ancora una supremazia degli Stati Uniti rispetto al vecchio continente, sia in termini di fatturato che di occupazione e di attività brevettuale.
Si consideri ad esempio che nel 2004 gli Usa hanno coperto il 44% dell’occupazione mondiale nel settore aerospaziale, contro il 39% dell’Europa. Mentre il numero di brevetti degli Stati Uniti alla fine degli anni ’90 supera i 17000 brevetti all’anno, i principali Paesi europei raggiungono i 2500, indicatori questi, che sottolineano un certo ritardo tecnologico europeo.
“L’Europa nel suo insieme e l’Italia” – ha puntualizzato Giovanni Dosi che ha coordinato la ricerca – “hanno fatto importanti progressi negli ultimi due decenni nel colmare il gap tecnologico e competitivo con gli Stati Uniti. In alcune aree però resta ancora molto da fare: in particolare, è fondamentale rafforzare la cooperazione europea in varie aree tra cui l’avionica e il militare. Ciò sia per il valore innovativo delle tecnologie stesse, sia perché la maturità politica dell’Europa non può che essere accompagnata da un grado sufficiente di autonomia militare”.
Ed è proprio l’aspetto innovativo delle tecnologie aerospaziali che emerge maggiormente dal saggio: molte di queste tecnologie non sono fini a se stesse, ma possono trovare importanti applicazioni in altri campi, generando quindi un circolo virtuoso per la creazione di nuove imprese. A patto che – avvertono gli autori – sia presente una grande industria europea dell’aerospazio che agisca da integratore di sistema anche attraverso la partecipazione a collaborazioni internazionali.
Per approfondimenti consulta anche:
“L’industria aerospaziale” Innovazione, tecnologia e strategia economica