L’industria aerospaziale è da sempre sinonimo di alta tecnologia ed innovazione grazie alla sua capacità naturale di integrare ed incorporare i risultati degli avanzamenti tecnologici di più discipline scientifiche. Mentre la traiettoria evolutiva del settore procede attraverso il miglioramento delle performance dei vettori aerei, in questi anni stiamo assistendo alla proliferazione di progetti avanzati che affiancano le categorie tradizionali.
Si tratta degli UAV (Unmanned Aerial Vehicle), velivoli privi di pilota a bordo, per i quali si stanno sviluppando progetti d’impiego a tutto campo. Certamente la storia di questi particolari prodotti aeronautici nasce negli ambienti militari, dove da tempo si parla di velivoli da supporto operativo, i cosiddetti UCAV (Unmanned Combact Aerial Vehicle) ma le potenzialità di impiego si estendono anche alla sorveglianza, dominio degli USAV (Unmanned Sourveillance Aerial Vehicle) e ci sono davvero pochi dubbi che presto o tardi sentiremo parlare anche di sistemi di trasporto UCTAV (Unmanned Cargo Transport Aerial Vehicle) per le merci e, in un futuro più lontano, per i passeggeri.
Le incoraggianti prospettive dei sistemi UAV, oltre ad una naturale evoluzione delle moderne tecnologie aeronautiche verso macchine sempre più autonome e “intelligenti”, derivano dall’imporsi di nuovi fattori in ambito strategico che hanno generato risposte tecnologiche estremamente interessanti anche per gli ambiti civili. La turbolenza emersa nella situazione internazionale ha dato luogo per molti paesi ad occasioni continue di coinvolgimento diretto o indiretto in situazioni di conflitto a bassa intensità o missioni di peace-keeping, nelle quali gli attuali sistemi d’arma e le loro modalità d’impiego sono diventati poco efficaci, costosi ed in taluni casi perfino controproducenti.
Questi cambiamenti hanno spinto a privilegiare le tecnologie che garantiscono la massima informazione nello svolgimento degli interventi ed il minimo rischio per le vite umane. In tali contesti le tecnologie e modalità operative degli UAV e dei sistemi di comunicazione ad essi associati sono quanto di più appropriato si possa disporre. Le caratteristiche di queste soluzioni tecnologiche integrate quali la possibilità di effettuare ricognizione e sorveglianza in tempo reale, l’accuratezza delle osservazioni, la continuità d’impiego nelle 24 ore e su distanze di 1000-2000 Km dalle basi operative, supera ampiamente le capacità psicofisiche dei piloti e non ne mette a repentaglio la vita. Sono qualità che non possono sfuggire all’interesse delle agenzie per la protezione civile e per la prevenzione del territorio che, attraverso questi veicoli, possono intervenire efficacemente e con risorse più adeguate nelle situazioni di crisi.
Trainati dalle necessità o dal mutamento della dottrina militare, USA e Israele sono indubbiamente i paesi più avanzati nello sviluppo di sistemi UAV. A questo proposito si possono citare i quattro sistemi sviluppati dalla IAI e dalla ELBIT costantemente in volo sul territorio israeliano per il monitoraggio e la sicurezza del paese, o i Predator americani, sviluppati dalla General Atomic, che sono diventati, nel linguaggio e nella consapevolezza comune, un termine generalmente utilizzato per questi sistemi non pilotati. L’Europa si sta attrezzando e molti paesi (in particolare Francia, Germania, Regno Unito, Svezia e Spagna, oltre all’Italia) sono interessati allo sviluppo di dimostratori di sistemi UCAV, cioè i futuri velivoli operativi, e degli USAV, cioè i sistemi di sorveglianza sia per la difesa che per scopi civili. Nella prima categoria di programmi spiccano il Neuron della francese Dassault e i sistemi sviluppati da Finmeccanica quali Sky-X, Lince e Molynx di Alenia Aeronautica ed il Falco di Galileo Avionica.
Ma non si tratta di una partita riservata esclusivamente alle grandi imprese. Gli UAV presentano opportunità interessanti in molteplici fasce di mercato con il coinvolgimento di ampie compagini di PMI, soprattutto se il loro sviluppo può avvalersi di un sostanzioso supporto da parte della ricerca universitaria. È questa la strada che il Comitato Promotore Distretto Aerospaziale del Piemonte sta sostenendo e che sta incontrando il sostegno delle istituzioni regionali. Attraverso due diversi progetti di ricerca tecnologica per scopi civili si incentiveranno le sinergie tra il Politecnico di Torino, le aziende leader di settore e numerose PMI capaci di esprimere contributi di eccellenza.
Nei prossimi 30 anni si stima che il mercato degli UAV potrà valere oltre 20 miliardi di dollari: il sistema paese, a tutti i livelli, è chiamato a sostenere questa sfida fin da oggi affinché la competitività italiana su questo settore possa essere all’altezza delle potenzialità nazionali. Il successo negli UAV comporterà benefici elevatissimi sia dal punto di vista dell’impatto economico che da quello delle ricadute tecnologiche per i paesi che sapranno farsi valere su questo nuovo mercato.
Giovanni Bertolone, Amministratore Delegato di Alenia Aeronautica