L’IA è una leva importante per la crescita aziendale di qualsiasi impresa dalle più grandi alle PMI. È bene quindi puntare sempre di più sulla digitalizzazione del paese, rendendo le nuove tecnologie di facile utilizzo per chiunque e costruendo, nello stesso tempo, una più diffusa cultura digitale attraverso percorsi di formazione mirata

Sono queste alcune delle principali conclusioni emerse dal terzo workshop del ciclo di incontri “Intelligenza Artificiale: opportunità e sfide per imparare a utilizzarla”, sull’introduzione dell’Intelligenza Artificiale nel contesto sociale ed economico del nostro Paese, che ha trattato il tema dell’utilizzo delle nuove tecnologie nelle PMI.

“Le PMI si ritraggono sempre un po’ difronte all’introduzione delle nuove tecnologie”, spiega Paola Generali Presidente di EDI Confcommercio, “quindi i Digital Innovation Hub stanno puntando a spiegare il beneficio che apporterebbe l’IA al loro business aziendale, soprattutto mostrandone l’utilità pratica, piuttosto che cercando di spiegare la più ostica parte tecnica e informatica che c’è dietro a tali tecnologie”.

Andrea Marangione Vice Presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria, spiega infatti che l’IA è una leva importantissima per la crescita aziendale. Sostenibilità e digitalizzazione sono i pilastri fondamentali per il successo delle PMI e il raggiungimento degli obiettivi aziendali, e solo le aziende che perseguono entrambi i pilastri hanno maggiori possibilità di avere successo.
Da un’indagine Accenture, fatta su un campione di manager di imprese di varie dimensioni, è emerso che l’88% di essi considerano l’IA fattore strategico di crescita aziendale, e ritiene che fare leva sull’IA consentirebbe di raggiungere più facilmente e velocemente gli obiettivi di crescita del business. Ciò nonostante il 77% riconosce di avere difficoltà di introduzione delle nuove tecnologie nella loro organizzazione.
Lo studio ha fatto emergere che spesso l’introduzione dell’IA in azienda viene delegata al settore dell’IT e ciò dimostra che ancora non è stato compreso che l’introduzione di tale tecnologia richiede un coinvolgimento dell’intera azienda e della sua stessa cultura imprenditoriale, che dovrebbe dunque essere promosso e gestito direttamente dal CEO.

Marco Muselli CEO & Founder di Rulex Inc. ha spiegato che spesso per una PMI risulta difficile selezionare persone competenti, in grado di usare le nuove tecnologie di IA in maniera efficace per consentire un ritorno degli investimenti.
La sfida per società come la Rulex è quindi quella di permettere alle aziende di utilizzare gli strumenti di IA lavorando a stretto contatto con chi ha competenze sui dati, puntando, allo stesso tempo, a far acquisire quelle competenze anche a chi in azienda fa scelte strategiche.
E’ necessaria quindi un’”attività educativa” che agisca su due principali fronti per creare un’alleanza tra la componente umana e quella tecnologica: una semplificazione massima delle tecnologie innovative e una costruzione di percorsi di formazione per l’accesso a tali tecniche.

Anche Mirko Lalli CEO & Founder di The Data Appeal Company & Travel Appeal, ha sottolineato l’importanza di rendere accessibili le tecnologie innovative a tutti i ruoli aziendali, soprattutto a quelli manageriali. Obiettivo è “democratizzare” l’accesso ai dati e lasciare la complessità sullo sfondo, concentrandosi quindi sui benefici che una PMI può riceverne, rendendo invisibili e di immediato utilizzo tutte le parti tecniche che sono normalmente percepite come una barriera per l’azienda.

Ernesto Belisario, Avvocato esperto nel campo delle nuove tecnologie dello Studio E-Lex, ci ha invece spiegato l’importanza di affrontare anche l’aspetto giuridico connesso alle nuove tecnologie per facilitarne il processo di adozione. Solo producendo garanzie, sia a chi fornisce la tecnologia sia a chi la utilizza, attraverso un quadro giuridico forte a livello normativo e contratti solidi con i fornitori, si eliminerà quel senso di incertezza che spesso devono affrontare le PMI che vogliono approcciarsi all’IA.

Andrea Cosentini, Chief Data Officer del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, ha concluso gli interventi dei relatori parlando dell’importanza di diffondere un linguaggio condiviso che consenta a tutti di estrarre informazioni attraverso gli algoritmi.
“Per introdurre IA nel processo aziendale e usufruire quindi dei benefici, le imprese dovranno dotarsi di persone che siano in grado di utilizzare algoritmi realmente utili a migliorare il business. Solo l’interoperabilità dei dati permetterà alle aziende di avere un numero sufficiente di dati che, uniti ad altri, permetterà di sviluppare soluzioni di business effettivamente utili agli obiettivi aziendali. In tal senso i processi di formazione e di alfabetizzazione diventano cruciali per il successo di queste nuove tecnologie”.

Ed è proprio l’alfabetizzazione del più ampio numero di persone all’IA – ha concluso il direttore della Fondazione COTEC, Paolo Di Bartolomei – l’obiettivo del Corso “Elements of AI”, promosso da COTEC, “che vuole fornire elementi di conoscenza di base sull’IA a chiunque, per contribuire a creare quella cultura fondamentale, quell’ecosistema culturale, che permetta una diffusione pervasiva e produttiva di questa nuova tecnologia.”

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