Sviluppare solidi programmi di trasferimento tecnologico che sappiano mettere al servizio delle imprese, specie quelle più giovani, il sapere delle università e dei centri di ricerca è una delle necessità vitali per il sistema della competitività italiana. Esperienze americane come quelle del MIT lo dimostrano: non si tratta semplicemente di saper gestire singoli episodi di collaborazione. Ciò che importa è soprattutto generare una corretta struttura di incentivi, che porti imprese e atenei a confrontarsi, ricavandone entrambi vantaggi tangibili. Le prime contando su di un impagabile bagaglio di conoscenza. I secondi generando un regime virtuoso, che consenta loro di re-impiegare i ritorni dagli investimenti nelle spin-off in ulteriori attività innovative, così come in nuove strutture didattiche e di ricerca.
L’operazione che ha portato alla recente nascita di BPSpace S.p.a. (che sta per BQT Polito Space Technologies) trova radici in questa filosofia. Con l’inclusione di un’ulteriore realtà: quella della finanza per l’innovazione. Oltre al Politecnico di Torino (al 25%), partecipa infatti alla società l’australiana BQT Satellites (al 75%), a sua volta compartecipata da un Private Equity Fund finanziato dalla Falak holdings con sede a Dubai. Competenze ed esperienze che si uniscono con l’obiettivo di generare innovazione.
L’idea di BPSpace è quella di applicare la disciplina dell’Image Intelligence per generare soluzioni di tipo early warning (o allerta tempestiva). Con la sfida di utilizzare la tecnologia satellitare invece dei radar o sistemi di videosorveglianza di terra utilizzati attualmente. La chiave è l’impiego di satelliti equipaggiati con radar ad apertura sintetica, anche conosciuti come SAR (Synthetic Aperture Radar): sistemi in grado di offrire immagini ad alta risoluzione, 24 ore su 24 e in qualunque condizione meteorologica. Una tecnologia, quella dei SAR, presente ad oggi solo in quattro satelliti tra quelli non prodotti negli USA e non ancora sfruttata a livello commerciale.
La prima applicazione sulla quale BPSpace sarà impegnata riguarderà la sorveglianza della catena di estrazione, distribuzione e raffinazione del petrolio, offrendo tale servizio alle imprese localizzate nella fascia equatoriale del Medio Oriente e dell’Africa. Un’area che per essere monitorata in modo soddisfacente necessiterà l’impiego di almeno quattro satelliti ad orbita equatoriale, di tipo high inclination orbit, finora scarsamente utilizzati in ambiti civili. Con l’allestimento di un programma progettato per analizzare in modo automatico le immagini trasmesse dal satellite, comunicando l’eventuale stato di pericolo, sia questo dovuto a catastrofi naturali o attacchi portati da uomini.
BPSpace potrà contare su di un investimento di circa 25 milioni di Euro nell’arco dei prossimi tre anni e sull’assunzione di 60 figure professionali, la maggioranza delle quali con un profilo formativo di livello dottorale. Da parte sua, il Politecnico di Torino fornirà un costante apporto in termini ricerca e concepimento di nuove soluzioni al passo con i più recenti sviluppi tecnologici. L’insediamento della società nel Polo Tecnologico di Verrès, nei pressi di Aosta, presso il quale sorgerà anche un centro di controllo per missioni satellitari, costituisce un ulteriore carattere del sodalizio di BPSpace con l’ateneo piemontese. Un’esperienza che auspichiamo nel futuro possa riguardare sempre nuove realtà innovative.
Dalla brillante idea di quattro professori di ingegneria elettronica fino alla costituzione di una società “globale”, per la provenienza dei suoi investitori ma soprattutto per un approccio innovativo che comprende il mondo accademico, quello delle imprese e quello della finanza, i passi sono stati molti, faticosi ma allo stesso tempo entusiasmanti. Senza dubbio, il Politecnico di Torino inaugura in Italia un nuova strada: investire risorse e competenze per poter rendere applicabili sul mercato molte delle tecnologie più interessanti, alcune nate proprio nei dipartimenti dell’ateneo. Assolvendo in pieno il suo compito accademico: quello di generare e trasferire conoscenza.
Fabrizio Gramuglio, Amministratore delegato di BPSpace SpA