Nonostante l’incremento del tasso di innovazione registrato dal “Quadro europeo di valutazione dell’innovazione”, il nostro paese continua a posizionarsi appena al di sotto della media europea, nel gruppo dei paesi “moderatamente innovatori”. Sembra però che abbiamo imboccato la strada giusta. Le misure da attuare
Messa in ombra (comprensibilmente) dalle notizie riguardanti l’approvazione del PNRR italiano da parte della Commissione europea, è passata sostanzialmente inosservata nelle scorse settimane la notizia della pubblicazione da parte della stessa Commissione europea del “Quadro europeo di valutazione dell’innovazione” (European Innovation Scoreboard – EIS), che invece riveste elementi particolarmente interessanti in questo momento, anche proprio per valutare la correttezza e l’efficacia dell’allocazione dei fondi che contiamo di ottenere dall’UE.
Il Quadro europeo di valutazione dell’innovazione fornisce un’analisi comparativa delle prestazioni in termini di innovazione nei paesi dell’UE, in altri paesi europei e nei paesi confinanti della regione, rilevando, sulla base di 32 indicatori, i rispettivi punti di forza e di debolezza, per aiutare i governi nazionali ad individuare le eventuali aree di intervento. Questo strumento informativo, utile come supporto nello sviluppo di politiche di promozione dell’innovazione, è completato anche da un “Quadro di valutazione dell’innovazione regionale” (RIS), che valuta, su un numero più limitato di indicatori, i risultati in materia di innovazione delle 240 regioni dei paesi considerati.
La notizia interessante è che, a fronte di una prestazione europea in termini di innovazione in crescita in tutta l’UE, l’Italia è uno dei paesi in cui si è registrato il maggior incremento rispetto agli anni precedenti, con indici in crescita di oltre 25 punti percentuali dal 2014 ad oggi di cui oltre 20 punti a partire dal 2018.
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