Negli ultimi vent’anni la tecnologia informatica ha compiuto passi da gigante. Eppure è ben lontana dall’aver espresso tutto il proprio potenziale. Nel prossimo futuro ci attende uno sviluppo ancora più pronunciato. Se la potenza elaborativa dei personal computer è cresciuta, e continua a farlo, in modo esponenziale, una grande frontiera innovativa riguarda le interfacce. In buona sostanza, si tratta di rendere sempre più intuitiva e agevole l’interazione non solo tra uomo e macchina, ma anche tra i diversi dispositivi informatici utilizzati nella vita quotidiana. Palmari, navigatori satellitari, agende elettroniche e, naturalmente, personal computer potranno finalmente “dialogare” in modo intelligente, aggiornandosi reciprocamente rispetto alle esigenze dell’utente.
Per Microsoft la parola d’ordine del futuro è integrazione. Le tecnologie “embedded” – integrate, per l’appunto – caratterizzeranno in misura sempre maggiore le attività di ognuno di noi. Siamo abituati a considerare i diversi dispositivi informatici come indipendenti tra loro. L’anello di congiunzione è costituito dall’utente stesso, che impartisce istruzioni coerenti con le proprie necessità, molto spesso trovandosi a dover moltiplicare l’azione per il numero di dispositivi con i quali si relaziona.
Oggi esistono tutte le tecnologie necessarie a rendere possibile una comunicazione tra dispositivo e dispositivo, accomunati dallo stesso protocollo.
Ad esempio, il navigatore satellitare di un’automobile in grado di consultare autonomamente l’agenda elettronica del proprietario indicando il percorso migliore per raggiungere il luogo dell’appuntamento più imminente, oppure di scorrere la playlist di canzoni ascoltate di recente nel suo personal computer per selezionare il cd da riprodurre nell’impianto stereo. Ancora, per quanto riguarda un esempio di interazione tra utente e pc, non è difficile immaginare un programma che disponga le e-mail ricevute in ordine di importanza, basandosi sul tempo medio che solitamente intercorre tra la ricezione e la lettura a seconda del mittente. Dispositivi informatici realizzati dunque in modo da apprendere dalle abitudini dell’utente, fino a relegare allo stretto indispensabile gli ordini da impartire esplicitamente.
Sono proprio le tecnologie “embedded” al centro dell’attività del Microsoft Innovation Center insediatosi da pochi mesi all’interno del Business Research Center della cittadella politecnica di Torino. Il tema delle interfacce è infatti da sempre uno degli ambiti privilegiati di ricerca di Microsoft.
L’utilizzo del mouse, poi aggiornato con la tecnologia del “trackball”, così come la progettazione di nuovi layout per le tastiere e le diverse interfacce grafiche, rappresentano esempi di tentativi, molto spesso riusciti, di semplificare l’interazione tra le persone e il proprio personal computer. Un’interazione che sarà sempre più legata al tatto.
Una delle principali innovazioni in questo campo si chiama Surface ed è un pc integrato in un tavolino (tabletop), in grado di registrare simultaneamente decine di movimenti effettuati lungo la sua superficie (mediante il cosiddetto “multi-touch”). Oltre a un portafoglio di applicazioni base, che includono la possibilità di interagire con ogni tipo di contenuto multimediale, il dispositivo è progettato per essere personalizzato dal singolo utente. In quest’ottica, un ruolo importante è giocato dalla tecnologia “object-recognition”, mediante la quale Surface è in grado di riconoscere oggetti appoggiati su di esso, come ad esempio un palmare, e di trasferire contenuti digitali. Un’idea di interazione “intelligente” frutto dell’integrazione tra le componenti hardware, con la necessità di disporre di uno schermo ad altissima definizione e allo stesso tempo capace di sostenere sollecitazioni tattili prolungate, e software, soprattutto per ciò che concerne la capacità di dialogare con gli altri dispositivi.
Della stessa “famiglia” di innovazioni è il Touch Wall, che si presenta come una sorta di “lavagna” intelligente su cui è possibile disegnare, navigare, e modificare contenuti di ogni formato, effettuando presentazioni semplicemente sfiorando il display. Anche in questo caso, con il solo uso delle mani.
La semplificazione dell’interazione tra l’uomo e i dispositivi informatici che utilizza comporta naturalmente un aspetto legato alla privacy. Uno scambio di informazioni “in automatico”, magari legato ad applicazioni web, pone infatti la questione del corretto trattamento dei dati. Un tema da curare con la più grande attenzione, proprio perché molta parte del tasso di penetrazione delle nuove interfacce sarà legato alla capacità di preservare i dati sensibili degli utenti. In quest’ottica, Microsoft si propone di lavorare sia sul fronte tecnologico, rendendo le proprie applicazioni sempre più sicure, sia su quello normativo, facendosi sostenitrice di iniziative legislative a tutela della privacy degli utenti.
Eliminare le barriere tra persone e dispositivi informatici è dunque la principale sfida di innovazione. I primi risultati fanno ben sperare, e ci lasciano intravedere uno sprazzo di futuro: piattaforme “amiche” capaci di aggiornarsi autonomamente, e dialogare tra di loro, in base alle necessità e alle abitudini dell’utente.
Fabio Falzea, Direttore della divisione Microsoft Mobile and Embedded di Microsoft Italia