È quello delle tecnologie green l’ambito in cui gli Stati Uniti stanno attualmente misurando la propria capacità di leadership mondiale a livello tecnologico ed economico. A fronte di un oggettivo ritardo degli USA nei confronti dell’Europa rispetto alle politiche di contrasto al cambiamento climatico e alla tutela ambientale, il recente ma significativo impegno politico della Cina su questi temi accanto al progressivo aumento della profittabilità delle tecnologie, hanno contribuito a concentrare l’attenzione del governo statunitense verso il sostegno delle tecnologie ambientali quale leva per la competitività internazionale.
Ciò si è tradotto in primo luogo nella nascita di ARPA-E, agenzia governativa responsabile per l’innovazione tecnologica nel settore energetico con una dotazione di 400 milioni di euro nel 2009, con l’obiettivo di finanziarie lo sviluppo di tecnologie caratterizzate da un elevato grado di incertezza rispetto agli esiti applicativi e commerciali, ma potenzialmente dirompenti rispetto ai paradigmi attuali (analogamente a ciò che ha rappresentato DARPA per lo sviluppo di Internet).
Ad oggi i principali promotori di politiche a supporto del mercato delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica rimangono i singoli stati, situazione che comporta una frammentazione del sistema regolatorio degli Stati Uniti. Sulla base di una serie di interviste raccolte presso imprenditori attivi nel settore delle tecnologie per l’ambiente, due delle principali problematiche emerse riguardano proprio la frammentazione del sistema regolatorio e la mancanza di politiche nazionali fortemente orientate a facilitare la generazione di un mercato sostenibile per le green technologies. In concreto, un forte ostacolo che rallenta l’utilizzo di energie rinnovabili da parte dei consumatori risiede nella mancanza di standard a livello nazionale per l’accesso alla rete da parte di utenti che generano elettricità in autonomia (con l’inerzia negativa delle società di distribuzione, che per ovvie ragioni tendono a ostacolare questa attività).
Anche guardando alla finanza privata si svelano più ombre che luci. Specialmente considerando il sistema del venture capital che, sebbene notoriamente efficace nel mercato IT, si rivela inadeguato al sostegno finanziario a tecnologie caratterizzate da elevati costi fissi e ritorni economici di lungo periodo come le green.
A fronte di tale contesto, l’Europa rimane un mercato attraente per gli imprenditori statunitensi, grazie soprattutto alle più avanzate politiche a supporto delle tecnologie rinnovabili. Saranno i paesi con le più efficaci normative a beneficiare maggiormente di questa tendenza. Tuttavia permane impari la competizione con la Cina, vera piazza emergente per lo sviluppo di queste tecnologie, nella quale la presenza di un unico interlocutore sulle tematiche energetiche, unitamente al forte sostegno politico, facilita notevolmente l’ingresso sul mercato di imprenditori stranieri.
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