Lo sviluppo delle Information and Communication Technologies ( elettronica, informatica, telecomunicazioni) viene spesso indicato tra i fattori trainanti dell’innovazione soprattutto per due caratteristiche che ne rendono i risultati particolarmente fecondi.
In primo luogo l’ICT è diventato un elemento talmente pervasivo da far diventare pressochè impossibile l’impresa di trovare un settore industriale per il quale esso non svolga un ruolo fondamentale.
Occorre inoltre riconoscere che l’ICT offre non soltanto un contributo di ottimizzazione dei processi o di miglioramento delle caratteristiche dei prodotti ma possiede un carattere “abilitante” ovvero è in grado di rendere possibili nuove applicazioni, ed in particolare nuovi servizi, dilantando la frontiera di ciò che è possibile ed accessibile a tutti.
Anche il mondo dei trasporti non si sottrae ad essere un campo d’azione in cui appare evidente questa tendenza. Da anni ormai il contenuto di elettronica dei veicoli sia temini quantitativi che di valore per i clienti/utenti finali è in crescita. Tuttavia mentre prima il focus dello sviluppo era prevalentemente concentrato e circoscritto al singolo mezzo di trasporto e alle sue prestazioni, oggi stiamo assistendo alla progressiva esplorazione di una serie di opportunità che, a partire dai bisogni del conducente, si estendono al suo rapporto con la strada e gli altri utenti.
Tale sviluppo deriva dalla possibilità tecnologica di concepire il mezzo di trasporto come elemento in grado di interfacciarsi con una rete di comunicazione capace di identicarlo e localizzarlo al fine di offrire una serie di servizi personalizzati in funzione del viaggio intrapreso e della posizione geografica del veicolo. Lo scenario descritto, reso concreto da una significativa serie di interventi degli operatori del settore, prevede la possibilità di rendere disponibili al conducente, attraverso dispositivi multimediali, non soltanto le indicazioni stradali per raggiungere la propria destinazione ma anche correzioni dinamiche ed in tempo reale della rotta in funzione delle condizioni meteo e del traffico evitando di incappare in congestioni e rallentamenti.
Allo stesso modo, oltre ad evere la possibilità di segnalare e gestire emergenze durante il viaggio, il conducente potrà essere raggiunto da informazioni di natura commerciale e turistica adatte al luogo in cui si trova ed al proprio profilo personale. Negli esempi citati, che rappresentano solo una parte dei servizi sviluppabili a partire dalle tecnologie attualmente già disponibili, l’ICT interviene nei processi decisionali del singolo conducente incrementando la quantità e la qualità delle informazioni a sua disposizione per compiere le scelte di viaggio tenendo conto di dati che derivano dalla presenza e dal comportamento degli altri utenti della strada.
Un altro tema di innovazione su cui l’ICT è chiamato ad intervenire è costituito dalla possibilità di pianificazione e coordinamento delle operazioni di trasporto. Uno scenario particolarmente interessante se si pensa che oggi in Europa circa il 30% dei TIR viaggiano vuoti e che la domanda di trasporto è destinata ad aumentare di oltre il 50% nei prossimi 10 anni. Un sistema in grado di ottimizzare e razionalizzare l’impiego dei veicoli sarebbe in grado di aumentare le capacità di trasporto riducendo al contempo l’intensità dei flussi di traffico con benefiche ricadute in termini operativi, economici ed ambientali.
Il contesto del trasporto merci e della logistica industriale mette in luce un punto particolarmente critico dei processi di innovazione. La tecnologia, in ambiti ad elevata complessità e specialmente in quelli caratterizzati da presenza di reti infrastrutturali (strade, ferrovie, etere, linee di comunicazione…), non è sufficiente a rendere possibile il cambiamento. Occorrono politiche dell’innovazione sistematiche e di ampio respiro che offrano alle imprese un quadro di riferimento chiaro ed incentivante.
Non si tratta soltanto dell’ammontare delle risorse pubbliche destinate alle attività di ricerca e sviluppo, ancora insufficienti per agganciare i leader europei ed internazionali ma anche del sostengo di matrice pubblica alla domanda di innovazione. Certamente, nella sfida di raccogliere le migliori opportunità di cambiamento per rendere più competitivo il sistema Paese attraverso l’innovazione tecnologica, l’Italia è chiamata a guardare all’Europa. Non è infatti possibile immaginare trasformazioni efficaci che non tengano conto degli orientamenti comunitari per gli aspetti di interoperabilità e regolamentazione. Fattori particolarmente importanti per quello sviluppo dell’innovazione che consentirebbe di sfruttare appieno la posizione strategica dell’Italia e la sua naturale vocazione ad essere ponte verso l’Europa dei flussi di traffico del Mediterraneo.

Dario Moncalvo, Dottorando di ricerca in Economia e Management della Tecnologia al Politecnico di Torino