La capacità di innovazione è il traino fondamentale per accrescere la forza delle imprese e garantire loro la permanenza ottimale sul mercato, ma le performance innovative del sistema imprenditoriale calabrese non sono affatto sufficienti per attuare nuovi modelli di business, moderni e vincenti. L’impietosa fotografia di un sistema imprenditoriale in grave ritardo sulla Strategia di Lisbona è contenuta nel Rapporto Annuale sull’Innovazione 2009, curato dalla Fondazione Cotec e presentato lo scorso 20 ottobre presso il Ministero degli Affari Esteri. Arrivato alla sua terza edizione, il Rapporto mira a saggiare il posizionamento competitivo italiano rispetto ai principali paesi industrializzati, secondo i principali indicatori dell’attività innovativa – dalla spesa in ricerca alla performance delle imprese, fino al ruolo del cpaitale umano e al sostegno del settore pubblico.
I dati testimoniano l’ormai conosciuto ritardo del sistema innovativo italiano: investiamo meno dei nostri partner europei in ricerca e formazione, ma quel che è peggio, vi è un sostanziale divario tra Nord e Sud del Paese, con la Calabria relegata costantemente nelle ultime posizioni delle diverse graduatorie pubblicate.
La spesa in Ricerca&Svilupporegionale in percentuale del PIL pari allo 0,43% e gli addetti in R&S rispetto al totale regionale è pari all’1%. Più grave il dettaglio sul mondo privato.
Le imprese della Calabria spendono solo lo 0,03% in Ricerca&Sviluppo in percentuale del PIL (ultime in Italia) e al loro interno assumono solo lo 0,02% degli addetti alla R&S in percentuale sul totale degli occupati. E’ evidente l’intrinseca debolezza del nostro sistema produttivo e dell’assenza di innovazione dentro le aziende. Siamo lontanissimi anni luce dagli ambiziosi obiettivi della Stratega di Lisbona, nata il 23 e 24 marzo del 2000 al fine di sostenere l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di un’economia basata sulla conoscenza per far sì che l’Europa potesse “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”.
Ma la situazione può essere cambiata e l’occasione è il PON ricerca e Competitività 2007-2013, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo regionale.
Esso nasce proprio per contribuire a ridurre il divario delle Regioni italiane più lontane dalla richezza media europea. Per questo, Calabria, Campania, Sicilia e Puglia avranno a disposizione oltre 6 miliardi per incrementare significativamente la loro capacità di produrre e utilizzare ricerca e innovazione di eccellenza, in modo da assicurare nei loro territori uno sviluppo duraturo e sostenibile.
Un’occasione unica per le imprese, le Università, i Centri di Ricerca e soprattutto i giovani ricercatori calabresi; essi avranno la possibilità e le risorse per dimostrare la loro bravura, la loro competenza e la voglia di innovazione, ma dovranno concorere con pugliesi, campani e siciliani nell’accaparrarsi le risorse utili all’attuazione degli ambiziosi progetti di innovazione.
Il PON Ricerca e Competitività è il programma più ricco tra tutti i programmi presentati dall’Italia alla Commissione Europea. Dunque, non mancheranno i fondi per spingere sull’acceleratore dell’ammodernamento del sistema produttivo e della ricerca in Calabria.
Spetta ora alla Calabria essere presente con progetti validi e di rottura, considerato che l’innovazione tecnologica e professionale è la carta vincente per uscire dalla crisi perenne che attanaglia il nostro debolissimo sistema produttivo.

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