Quando Henry Chesbrough ha introdotto il concetto di Open Innovation nel suo ormai celebre libro del 2003, John Seely Brown, Chief Scientist e Direttore del Palo Alto Research Center di Xerox lo definiva, nella sua prefazione, come un modo di “innovare l’innovazione”. Un paradigma fondato sulla condivisione di idee, risorse e competenze tecnologiche e – soprattutto – sul cambiamento del modello di business che rappresentava, al momento della sua nascita, “a hard lesson for research departments of large corporations to learn”.
È stato infatti il continuo confronto tra teoria e pratica a consentire non solo la nascita del modello di Open Innovation ma anche, nel tempo, il suo sostanziale arricchimento. Grazie alla pratica manageriale il concetto è infatti in continua evoluzione, e rivela caratteristiche specifiche e nuove sfumature ogni volta che viene osservato in un nuovo contesto. Se è dunque chiaro a studiosi e imprenditori cosa non è Open Innovation, l’elenco dei fattori che consentono di avere successo facendo Open Innovation aumenta ogni giorno e deriva dalla osservazione attenta dei suoi risultati.
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