Nel Rapporto descritta un’Italia a due velocità. Solo le grandi regioni del nord e il Lazio tengono il passo dei paesi più innovativi. L’Italia tenta di colmare il gap in termini di istruzione e formazione.
Due terzi delle spese in Ricerca & Sviluppo del paese vengono prodotte dalle regioni del nord e dal Lazio. In Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia si realizza un numero di brevetti quindici o venti volte superiore rispetto al meridione. È un’Italia a due velocità quella descritta dal Rapporto annuale sull’innovazione 2008 curato dalla Fondazione COTEC. Solo le grandi regioni del nord e il Lazio tengono il passo dei paesi più avanzati in termini di capacità innovativa.
Il Rapporto, arrivato alla sua seconda edizione, raccoglie le più aggiornate statistiche sullo stato dell’innovazione in Italia, provenienti dalle più autorevoli fonti internazionali. A livello paese, i risultati presentano un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati. Tra il 2000 e il 2005, cresce del 6% la spesa in R&S delle imprese italiane, che tornano ad assicurare oltre la metà (il 52,5%) della spesa totale in R&S in Italia. Da registrare lo “scatto di reni” delle piccole e medie imprese, che affrontano la competizione del mercato globale soprattutto incrementando la qualità dei prodotti (il 71%, contro il 64% della media europea) e ottengono, in media, il 12% del loro fatturato mediante l’immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi (perfomance migliore rispetto a Germania, Spagna e Francia).
Le note più dolenti sono da ricercare, come da diversi anni a questa parte, nel campo dell’istruzione e della formazione. Peggiora il livello di competenze in matematica e scienze nei quindicenni, tra gli ultimi in graduatoria nei paesi industrializzati. Nel settore universitario, diminuisce il numero di iscritti ai corsi di laurea delle aree scientifiche e tecnologiche (-3,2% tra il 2000 e il 2005, in controtendenza con i principali paesi europei). E per ciò che riguarda il livello generale di formazione della popolazione il ritardo è ancora forte, con appena il 12,25% dei cittadini italiani in possesso di una laurea nel 2005 (la metà di Francia e Spagna).
La distanza dagli obiettivi di Lisbona permane dunque significativa. Molto dipenderà, come suggerito dal Rapporto, che dedica al tema un intero capitolo, dalla capacità del settore pubblico di sostenere ricerca e innovazione quali chiavi per la competitività e la crescita. Tra i principali strumenti, il public procurement (specie per le tecnologie innovative come le ICT) e l’incentivo a nuove forme di collaborazione tra imprese e mondo della ricerca. Ricordando che l’Italia presenta un deficit di oltre il 3% tra la sua partecipazione al budget dell’Unione Europea e i finanziamenti ricevuti nell’ambito del VI Programma Quadro. Con l’esigenza, quindi, di curare la propria rappresentanza in sede europea in maniera più efficiente e redditizia.
Il Rapporto annuale sull’innovazione 2008 della Fondazione COTEC verrà presentato il 10 giugno alle 15:00 a Roma, presso il Tempio di Adriano in Piazza di Pietra, durante il convegno “Innovazione per la crescita e la qualità della vita” nell’ambito della prima Giornata Nazionale dell’Innovazione. Il convegno, promosso con l’obiettivo di fare il punto sui nodi e le potenzialità del sistema nazionale dell’innovazione, sarà centrato su una tavola rotonda con il Ministro Renato Brunetta, il Ministro Mariastella Gelmini, il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, il Presidente della Fondazione COTEC, l’Onorevole Luigi Nicolais, l’Onorevole Enrico Letta, l’Ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli e il Vice Segretario Generale aggiunto dell’OCSE, Pier Carlo Padoan.
Per approfondimenti consulta anche:
Rapporto annuale sull’innovazione 2008