Amazon Elastic Compute Cloud (EC2) permette di noleggiare capacità computazionale pagando per le ore di effettivo utilizzo dei server. Microsoft Azure mette a disposizione servizi accessibili via Internet. Google App Engine è una piattaforma per lo sviluppo e l’hosting di applicazioni web gestita in data center remoti. Questi sono tre esempi di servizi di Cloud Computing, ognuno con un diverso livello di astrazione (dall’intera infrastruttura alla singola applicazione).

Se chiedessimo a un imprenditore o a un informatico che cosa sia il Cloud Computing probabilmente riceveremmo due risposte diverse. È certo però che una parte consistente delle nostre attività si basa già oggi sul Cloud. Il che non significa semplicemente spazio remoto a disposizione, ma la possibilità di accedere a risorse on demand, allocandole dinamicamente in base alle necessità e alle fluttuazioni della domanda. Un modello che comincia a riguardare anche le pubbliche amministrazioni. Stando alle parole di Vivek Kundra, Chief Information Officer del governo USA, la gestione in Cloud dei portali GSA.gov e Recovery.gov consente un risparmio dell’ordine di quasi due milioni di dollari l’anno.

A partire dalle opportunità offerte dal Cloud e dal più generale paradigma di IT as services, stanno nascendo nuovi modi di fare impresa e di generare innovazione. Disporre di risorse scalabili riduce la necessità di investimenti vincolanti. La vera infrastruttura alla base degli attuali e futuri servizi a valore aggiunto saranno i dati e la capacità di gestirli e renderli fruibili.

Anche in quest’ambito le opportunità sono molte e arrivano, soprattutto, dall’enorme flusso di dati raccolti e gestiti da organismi della pubblica amministrazione – spesso per lo svolgimento delle proprie funzioni – che diventano miniere di informazioni riguardanti la vita dei territori (dalle mappe alle statistiche, fino ai contenuti culturali) e dal cui riutilizzo possono nascere, oltre a una maggiore trasparenza e partecipazione democratica, una nuova classe servizi. Se in USA e UK si è avuto un impulso proprio dal settore pubblico, in Europa il processo di apertura delle banche dati pubbliche sembra beneficiare di una spinta dal basso. Le più interessanti iniziative nascono al livello dei singoli territori, come ad esempio il portale www.dati.piemonte.it, promosso dall’amministrazione regionale e aperto a sviluppatori e riutilizzatori dei dati.

Due elementi complementari, dunque: Cloud e Open Data. Ad oggi, negli ecosistemi locali, sono pochi gli operatori a poter garantire un servizio di Cloud su ampia scala, con il conseguente rischio di un mercato molto concentrato. Diventa allora essenziale definire un modello locale che metta a sistema il paradigma Cloud. Un modello di Inter-Cloud Exchange, con protocolli standard per la comunicazione e l’interoperabilità, che consenta al sistema locale di accedere a risorse Cloud con la necessaria flessibilità e neutralità. Un’opportunità per le piccole imprese di accesso a uno strumento probabilmente indispensabile per il loro sviluppo.

pdfsmall2

clicca qui per scaricare l’articolo