Dietro il mondo della cosmesi, che sembra essere dominato dal marketing e dalla pubblicità, vi sono importanti investimenti in ricerca ed innovazione tecnologica.
Ad esempio, il Gruppo L’Oréal investe ogni anno circa 500 milioni di euro in R&D. Circa 3000 persone in 14 centri di ricerca in Asia, Europa e Stati Uniti si occupano di ricerca avanzata su pelle, capelli e colore, ricerca applicata e sviluppo di nuovi prodotti con nuove qualità e prestazioni. Ma facciamo qualche esempio pratico.
Nell’industria cometica i colori sono importantissimi per il make up e la colorazione. Anche se abbiamo a disposizione migliaia di colori, esistono effetti ancora inediti.
Il colore può nascere in modi molto diversi: grazie alla chimica, dove la materia dei pigmenti assorbe la luce, oppure grazie alla fisica, dove il colore nasce dell’interferenza della luce con la strutture intime della materia: è il colore strutturale o fisico.
La prima strada, per rispondere all’aspettativa di fedeltà del colore, consiste nel mettere a punto nuovi pigmenti high tech. Dopo lunghe ricerche i ricercatori L’Oréal sono riusciti a creare dei pigmenti ibridi, composti da un cuore sferico minerale e rivestiti da una corteccia di pigmenti organici già noti in cosmetica. I nuovi pigmenti ibridi hanno colori molto particolari: sono più luminosi, molto coprenti e molto saturi.
La seconda strada, la più insolita, consiste nell’usare la conoscenza del colore struturale che apre la strada a nuovi colori ed effetti. É noto che la luce può essere descritta in termini di onde o di fotoni che si propagano nella materia. La luce è ondulatoria e corpuscolare. La materia interagisce con la luce e controlla i flussi di fotoni secondo ben note regole fisiche. Il colore è tipicamente generato dall’interazione dei pigmenti con la luce ma la Natura fornisce molteplici e spettacolari esempi di colori in oggetti senza o con pochi pigmenti.
Le bolle di sapone sono iridescenti, una macchia d’olio si veste di molti colori, l’opale, le piume del pavone ci appaiono colorate ma la materia di cui sono composte lo è poco o per nulla. Uno degli esperti mondiali della fotonica della natura è un fisico dell’Università di Exeter, Pete Vukusic, che grazie ad un potente microscopio ha svelato l’organizzazione intima della materia nel corso dell’evoluzione delle specie animali, vegetali e minerali per controllare i flussi di fotoni della luce incidente che danno origine a colori cangianti ed effetti visivi inediti.
Pochi conoscono, per esempio, la farfalla Morpho del Brasile: si tratta di una farfalla turchese nelle cui ali non è presente alcun pigmento blu ma la cui superficie alare è costituita da piccolissimi alveoli che generano il colore percepito attraverso una complessa interazione con la luce.
La nostra ricerca è al lavoro per ricreare il miracolo della natura nei nuovi trattamenti di make up.
Non bisogna inoltre dimenticare che dalla cosmesi tecnologicamente avanzata alla ricerca medica il passo spesso è davvero breve. Ampi studi riguardano lo sviluppo di nuove molecole, l’attività di valutazione e test di tollerabilità delle formule, la selezione dei migliori supporti e ingredienti, le colture cellulari e le epidermidi ricostruite. A questo proposito il nostro Gruppo ha sviluppato metodi originali in vitro, in particolare modelli di pelle umana sempre più evoluti in grado perfino di abbronzarsi ed invecchiare.
Questo non soltanto accelera la ricerca cosmetica ma è anche in grado di generare ricadute positive sulla ricerca medica.
Ad esempio L’Oreal insieme al CNRS (Centro Nazionale della Ricerca Scientifica di Francia) di Villejuif, che condivide l’interesse sugli effetti degli ultravioletti della luce del giorno sulla pelle e le loro conseguenze biologiche e cliniche, ha messo a punto, a scopo di studio, un sistema di pelle ricostruita in vitro a partire da cellule malate di Xeroderma Pigmentosum, una rara malattia genetica che provoca estrema fotosensibilità e determina severi e precoci danni a livello della cute e degli occhi.
E’ questo un caso tipico in cui la ricerca tecnologica di matrice industriale sorpassa i confini dell’impresa e contribuisce addirittura a sviluppare ricadute scientifiche di interesse pubblico.

Patricia Pineau, Direttore della comunicazione – Gruppo L’Oréal