Dall’attività innovativa delle Spin-off il mondo accademico non può che trarre beneficio. Un’affermazione del tutto vera e comprovata, a patto che si definisca con precisione cosa è una Spin-off accademica e, soprattutto, cosa non lo è. Occorrerebbe infatti escludere dalla definizione di Spin-off le esperienze degli studi professionali partecipati dai docenti delle Università. Attività intra moenia del tutto legittime (ovviamente nelle forme consentite) che tuttavia forniscono servizi di consulenza, e non prodotti che comportino un vero “distacco” (Spin-off) dell’attività o dei risultati dell’attività accademica.
Ben diverso è il valore generato dalle Spin-off che, rispondendo a un’esigenza di mercato in modo innovativo, sono orientate alla realizzazione e commercializzazione di un prodotto. Innanzi tutto perché tali attività non rientrano tra i fini istituzionali delle Università, e in tal modo si evita alla radice un potenziale conflitto di interesse. Inoltre, le Spin-off orientate al prodotto sono quelle di cui le Università si posso maggiormente giovare, specie riuscendo a tessere una rete che comprenda il sostegno all’Innovazione e la condivisione dei risultati. Perché, su ciò non vi è dubbio, la realizzazione di un prodotto realmente innovativo richiede un ingente impegno economico e un lungo periodo di gestazione, durante il quale non si produce alcun fatturato ma si consumano investimenti.
Il punto è quindi l’esigenza di fornire un appoggio concreto ai progetti delle Spin-off. In primo luogo, agevolandone l’accesso al mercato dei capitali a tutti i livelli. Occorre infatti disporre della giusta visibilità nei confronti di Venture Capitalists potenzialmente interessati al prodotto. I primi esempi arrivano da esperienze locali come quella del distretto tecnologico Torino Wireless, che dispone di due organismi di finanziamento, Piemontech e Innogest Capital, rispettivamente di tipo seed e early stage. Ancora, è necessaria un’accorta gestione degli strumenti di proprietà intellettuale, specie per ciò che concerne i brevetti, che devono diventare fin dalle prime battute un bagaglio di competenza imprescindibile per ogni Spin-off tecnologica. Infine, un elemento spesso indispensabile nella fase di start-up di una Spin-off è l’accesso agevolato a infrastrutture e servizi condivisi, messi a disposizione all’interno delle Università o negli incubatori d’impresa anche sotto forma di distacco temporale del personale accademico, ad esempio attraverso periodi “sabbatici” espressamente dedicati.
Come tutte le Spin-off tecnologiche, TTW, acronimo di Three Tilting Wheels, nasce con l’obiettivo di generare un prodotto. In particolare, un veicolo per la mobilità personale che risponda alle attuali sfide della mobilità urbana e sub-urbana, dal punto di vista del congestionamento ma anche da quello ambientale. In altri termini, un veicolo di dimensioni necessariamente ridotte, alla stregua di una moto o uno scooter, che di questi conservi il piacere di guida e l’ergonomia, aggiungendovi la sicurezza, sia attiva che passiva, di un’automobile. La tecnologia meccatronica gioca un ruolo rilevante nell’associare a un motore a combustione di tipo tradizionale un sistema di trazione elettrica, realizzando un sistema di trazione ibrido in grado di coniugare versatilità ed efficienza ambientale, ad esempio incrementando le prestazioni a parità di consumi, oppure eliminando le emissioni nocive a patto di una riduzione delle prestazioni. Il risultato è un veicolo a tre ruote che, sempre grazie alla meccatronica, possiede la versatilità di una motocicletta e la guidabilità di una vettura, attuando automaticamente la giusta piega in funzione della velocità e del raggio di curva. E con una cellula di protezione che ospita il guidatore e lo protegge dagli urti e dalle intemperie.
A riprova dell’importanza di un sistema fertile di sostegno all’Innovazione e alle Spin-off accademiche a livello locale, determinante è stato per TTW l’apporto di Torino Wireless e del Politecnico di Torino, il quale partecipa direttamente alla compagine sociale, ospitando peraltro l’azienda all’interno del proprio Incubatore. Tracciando una strada che, per ciò che concerne la protezione della proprietà intellettuale, è augurabile che altri possano seguire: quella della co-titolarità dei brevetti tra il Politecnico di Torino, di cui fanno parte gli inventori e soci fondatori, e Torino Wireless, che si è fatta carico di investimenti che potrà recuperare mediante il percepimento di royalties sul prodotto. Prodotto che si prevede sfoci sul mercato alla fine del 2009, a seguito di una fase di sperimentazione che ha portato ad oggi a disporre di un mulotipo già in pista per attività di testing delle prestazioni, alla quale seguirà una fase di prototipazione e omologazione del prodotto finale. Contando di riuscire a reperire i capitali di rischio necessari in aggiunta a quelli già forniti dai soci fondatori.
Valorizzare le Spin-off tecnologiche, permettendo loro di crescere con i tempi e le risorse necessari, è dunque una delle priorità del sistema dell’Innovazione italiano. Ed è un modo per ripensare e allargare il ruolo delle Università nella generazione e diffusione della conoscenza.

Stefano Carabelli, Presidente e Amministratore di TTW S.r.l.


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